LAMPEDUSA RAGGIUNGERE L'ISOLA
Chi ha scelto di raggiungere Lampedusa col traghetto, durante la sosta a Linosa avrà
probabilmente notato che pur essendo questa un isola vulcanica le aree di verde sono
numerose e abbastanza ampie.
A Lampedusa invece il tipo di terreno formato per lo più dalla presenza di due tipi di
roccia, il calcare e la dolomite, la sua collocazione geografica molto esposta ai venti
salmastri con un clima prevalentemente caldo per tutti i dodici mesi dell'anno ed una
scarsa piovosità, non facilitano il rimboschimento e la creazione di ampie zone di
verde. Queste cause determinano uno degli elementi distintivi dell’isola che ad una
prima sommaria osservazione, già dall’avvicinarsi del traghetto all’isola, si presenta
decisamente arida e priva di vegetazione, seppure selvaggiamente attraente grazie al
suo mare limpidissimo.
Tuttavia oggi dopo oltre un secolo dallo sconvolgimento causato dal Capitano
Sanvisente e dai suoi coloni, Lampedusa, grazie anche ad una serie di interventi mirati
di rimboschimento, comincia a presentare nuove zone di verde.
Nonostante ciò a Lampedusa è possibile individuare tre tipologie di aree di
vegetazione spontanea: la prateria, presente nei valloni e nelle aree più distanti
dall’abitato; la gariga, che si forma in modo sparso più facilmente nelle zone rocciose
ed è una tipica bassa vegetazione arbustiva d’altezza massima di 1,5 m, presente in
alcuni valloni e cale del versante nord. La macchia tipica mediterranea, che raggiunge
infine lo stadio di steppa, coprendo gran parte della dell’area pianeggiante dell’isola
la cui vegetazione erbacea (prevalentemente di graminacee) è dedicata al pascolo.
L’avvicinarsi della nave all’isola per le operazioni di attracco dopo otto ore di
navigazione rende l’idea della distanza dalla costa siciliana e di come sia importante il
collegamento marittimo per l’approvvigionamento di tutto ciò che serve per la vita a
Lampedusa. Dal ponte della nave ci si accorge della frenesia che regna nel porto
mercantile dove autocarri, furgoni frigorifero, auto e moto di turisti, attendono l’arrivo
del traghetto. Chi riparte per il rientro è consapevole di lasciare un pezzo di paradiso e
ritornando al caos e al frastuono della città rimpiangerà senza dubbio le giornate
trascorse a Lampedusa. Chi invece arriva è ansioso di cominciare a godersi la propria
vacanza immerso nello splendido mare africano. Per conoscere l’isola e visitarne tutte
le cale e le spiagge raggiungibili via terra, è indispensabile avere un mezzo di
trasporto, pertanto se non siete arrivati in auto o in moto, consigliamo di noleggiare
sul posto un mezzo che vi consenta autonomia di movimento. Per approfondire la
conoscenza di Lampedusa si può iniziare dal paesino, baricentro di tutta l’isola.
Lasciata la zona portuale, a poche centinaia di metri si trova il salotto cittadino
costituito dalla centralissima via Roma. In questa strada abbastanza ampia e lunga
sono ubicati i bar, i pub, e i vari negozi dove è possibile fare shopping di ogni genere.
Punto di riferimento fondamentale tra i turisti poco distante dalla zona centrale il
Comune con la torre dell’orologio e la chiesa madre.
Nella centrale Piazza della Libertà si può ammirare l’obelisco realizzato dall’artista
Arnaldo Pomodoro e dedicato ai caduti di tutte le lotte per le cause giuste.
Lasciato il centro abitato e l’area portuale dove sono ubicati alcuni stabilimenti per la
lavorazione del pesce, inoltrandosi verso l’interno e seguendo la strada costeggiata
da case basse, ci si accorge di una costruzione in blocchi di tufo composta da grandi
stanzoni in parte diroccati. Questi sono l’ultima testimonianza della colonia penale
istituita dal governo italiano nel 1872. Percorrendo la Strada di Ponente lunga circa 12
km e che attraversa tutta Lampedusa, si raggiunge la punta estrema dell’isola, Capo
Ponente, dove a poca distanza è possibile fare un escursione sul Monte Albero del Sole
che con un’altezza di 133 mt. sul livello del mare è il punto più alto di Lampedusa.
A Cala Salina, ai piedi del Castello, sono visibili i reperti delle vasche realizzati dai
romani per la lavorazione del “garum”. Poco oltre a circa due km. dal centro abitato,
immerso in un’oasi di verde troviamo il Santuario della Madonna di Porto Salvo,
protettrice di Lampedusa, da dove attraverso una stradina è possibile raggiungere una
piccola spiaggia. Durante il percorso è possibile scorgere alcuni “dammusi”, le
tipiche costruzioni di origine araba, molto in uso a Pantelleria e importate a
Lampedusa dai primi coloni panteschi. Seguendo una deviazione è possibile arrivare
ad una spianata dove si coglie una splendida vista sull’Isola dei Conigli. Se uno dei
punti di forza di Lampedusa è certamente l’incantevole mare limpido e cristallino, la
possibilità di fare un tuffo dalle tante cale della costa o sdraiarsi sul bagnasciuga delle
calde spiagge dell’isola, accresce ancor di più la voglia di raggiungere questa perla del
Mediterraneo. Tra le cale facilmente raggiungibili per fare un bagno tra gli scogli si può
scegliere fra Punta Sottile, Cala Calandra, chiamata anche Mare Morto o Cala Creta. Se
preferite distendervi su un caldo arenile dorato potete andare a Cala Croce, alla
spiaggia della Guitgia, nota per la sabbia dal colore biancastro, o alla più famosa
spiaggia dell’Isola dei Conigli. Conosciuta per essere il luogo scelto dalla tartaruga
marina Caretta caretta per depositare le uova, la spiaggia e l’isolotto sono riserva
marina a protezione di questa specie animale in forte diminuzione di esemplari.
Questo è il punto più suggestivo dell’isola e visto dall’alto si è colpiti dalla limpidezza
del mare colore smeraldo e dalla trasparenza dell’acqua. Il nome deriva dal fatto che
un tempo l’isola era popolatissima di conigli.